Una spasseggiata fantasiologica è un elogio delle nostre potenzialità, è un’esperienza teorica e pratica nell’immaginazione, nella fantasia, nella creatività.
Non una semplice passeggiata, ma una camminata mentale e sensoriale, dove la fantasia non è evasione — quella è la fantasticheria! — bensì uno strumento per esplorare e comprendere la realtà più a fondo. Fantasia, qui, significa tessere legami inaspettati (ma sempre logici!) tra le cose, giocare con ciò che ci circonda, attribuendo nuovi sensi e altri significati. È uno sguardo che si diverte a superare l’abitudine, a cogliere — e accogliere — l’inaspettato. Cerca, in ogni angolo del luogo attraversato, una particolarità ancora nascosta o forse semplicemente trascurata. Per dare un valore altro al territorio e alla comunità.
La spasseggiata fantasiologica non è turismo, né trekking, né una semplice scampagnata. È un cammino lento e intenzionale, guidato da uno sguardo curioso e meravigliato. Lungo il percorso, propongo ai partecipanti miei giochi linguistici, numerici, artistici — dispositivi site-specific nati dall’incontro diretto con il luogo. Progetto questi giochi per stimolare un pensiero vivo che, con fantasia, immaginazione e creatività, scopre altre logicheconnessioni con il luogo. La dimensione ludica e riflessiva della spasseggiata fantasiologica si esprime, infatti, proprio attraverso giochi site-specific: linguistici, numerici, artistici. Sono dispositivi che creo per osservare un luogo — e noi stessi — da una prospettiva decentrata, altra, ma sempre radicata in una logicaterritoriale che si può dimostrare e raccontare con chiarezza.
I giochi fantasiologici sono pensati per potenziare i luoghi attraversati dalla spasseggiata, risvegliando in maniera inedita l’attenzione della comunità su aspetti territoriali e culturali mai osservati prima o spesso trascurati o dati per scontati. I temi della spasseggiata sono intimamente legati al territorio e coinvolgono sia i residenti sia persone provenienti da altre zone, trasformandosi in un momento di incontro, scambio e ri-scoperta condivisa.
Dopo vent’anni di spasseggiate in molti luoghi d’Italia, posso dire che lascia un’impronta duratura. Il suo impatto non è mai rumoroso né invadente: è come un gesto gentile che si posa sul territorio con cura e rispetto. Porta con sé visitatori curiosi, senza dimenticare chi vive quotidianamente quei luoghi.
Con la comunità si instaurano legami autentici, perché è proprio lei a invitare a fare una spasseggiata per riscoprire le proprie radici e aprirsi a nuove, altre possibilità. La spasseggiata non nasce mai come sollecitazione esterna, ma prende vita dall’interno, dal cuore pulsante del luogo stesso. Da questo invito si creano conversazioni sincere e si riaccende insieme un senso di appartenenza spesso dimenticato. Per questo motivo, la spasseggiata fantasiologica richiede mesi di sopralluoghi e una preparazione attenta e dedicata.
E mentre il gioco e la riflessione animano il cammino, anche l’economia locale si risveglia: un bar che riapre la domenica, un artigiano che condivide la propria arte, un’associazione che si coinvolge, una piazza che torna a essere luogo di scambio e socialità. Non si tratta di grandi numeri, ma di piccoli gesti ed energie che si incontrano, si moltiplicano e generano valore reale, anche dopo che la “spasseggiata” è finita.
Spasseggiare fantasiologicamente significa camminare in modo da sconfinare — non solo fisicamente, ma mentalmente: vedere in un luogo non solo ciò che è, ma ciò che potrebbe essere. Il possibile, soprattutto. Ma anche, dopotutto, l’impossibile.
Dunque: una spasseggiata è, senza dubbio, una passeggiata. Ma non una passeggiata qualsiasi — è una camminata speciale, collettiva e trasformativa, pensata per valorizzare il luogo e le sue comunità.
È una variante più allegra, più attiva, della camminata. Proprio per questo è più spensierata: esce dai pensieri consueti, li oltrepassa, sconfina.
E quella “s” davanti? Non è lì per caso. È una lettera che apre un varco: aggiunge il senso, del salto, della svolta, della sorpresa, della suggestione, dello stupore. È uno stimolo e invito a deviare, a pensare altrove. È la s di sconfinamento: mentale, sensoriale. Per guardare il mondo con pensieri altri. È la s di svirgolare. Per osservare il circostante da traiettorie inclinate.
Spasseggiare sembra una parola uscita da una delle invenzioni linguistiche di Gianni Rodari. Come nel racconto Il paese con l’esse davanti, dove tutto cambia prospettiva e logica: ci sono uno stemperino, uno staccapanni, una macchina sfotografica, persino uno scannone. Parole che giocano, sì, ma che invitano anche a guardare il mondo da un punto di vista nuovo, più profondo e più lieve allo stesso tempo.
Piccola curiosità linguistica. “Spasseggiare” e “spasseggiata” sono presenti da tempo nella lingua italiana. Il Vocabolario degli Accademici della Crusca (1623) equipara “spasseggiare” a “passeggiare”; la Treccani online la considera variante dialettale o scherzosa; e tra i “neologissimi” di Luigi Malerba troviamo questa definizione:
“Spasseggiare significa passeggiare con divertimento, cioè includendo nel passeggio anche lo spasso.” (Luigi Malerba, I Neologissimi, I Quaderni dell’Oplepo n. 1, Napoli 2013)
La s di spasso.
Gazzetta del Mezzogiorno, 31 agosto 2023
Spasseggiata fantasiologica alla Cripta del Peccato Originale, Matera (2022-2024)
Spasseggiata fantasiologica al borgo di S.S. Giovanni e Paolo, frazione di Caiazzo (CE), giugno 2024
Sono bastate due ore di spasseggiata per scuotere l’abitudine, smontare l’ovvietà, facendoci vedere in un piccolo borgo ciò che spesso si dice non ci sia. La fantasia dà. Non toglie mai.
Massimo Gerardo Carrese, spasseggiata fantasiologica a Villa Santa Croce, 20 ottobre 2024
Spasseggiata fantasiologica, Villa Santa Croce (CE), 20 ottobre 2024. Con azienda agricola “La Sbecciatrice”
La spasseggiata fantasiologica è un’esperienza individuale, spesso profonda, che restaura il proprio senso dello stupore.
Lo spasseggio è uno stimolo fantasiologico, che coinvolge cioè ogni dimensione dell’immaginazione (immagini mentali), della fantasia (possibilità, alternative), della creatività (tecnica, metodo, originalità, finalità). Significa che attraverso i giochi attiviamo anche profonde riflessioni interdisciplinari sulle facoltà della fantasia, dell’immaginazione, della creatività. Una spasseggiata fantasiologica vuol dire ‘passeggiare fisicamente e mentalmente’, osservare e sentire un luogo (anche secondo precise regole autoimposte, come passeggiare osservando il circostante secondo l’ordine alfabetico – cfr. ALFABETARIO DEI LUOGHI), essere osservati e sentiti da un luogo, osservarsi e sentirsi in un luogo.
“Durante una spasseggiata fantasiologica, che si fa in gruppo e individualmente | osserviamo i monumenti storici e i momenti presenti | parliamo con le persone e conosciamo le loro tradizioni e superstizioni | guardiamo le strade | le forme delle buche | gli alberi, il pavimento stradale, i tetti | le nuove costruzioni | le antiche abitazioni | le case disabitate | guardiamo le nuvole e chiudiamo gli occhi | sentiamo i suoni della lingua locale | cerchiamo i cartelloni pubblicitari e guardiamo i lampioni | ascoltiamo i rumori e i silenzi di un posto | cerchiamo l’artista, il musicista, il creativo | cerchiamo un pagliaccio | un elefante | un fiore | un’altalena | una lavatrice | una pianta | un manifesto funebre | un cane | un gatto | un gioco tradizionale | un fiocco nascita | entriamo nei musei, nei teatri, nelle biblioteche | nelle chiese, nelle botteghe, nelle case | ci distendiamo all’aria aperta | cerchiamo una fontana con i pesci | un luogo di arrivi e partenze | del vino | del cibo | cerchiamo professioni quasi scomparse | e ispirati dai luoghi pensiamo ai numeri e giochiamo con le parole…”
Massimo Gerardo Carrese (riadattamento da M. G. Carrese, Inseguire chimere, Ngurzu Edizioni 2014)
Spasseggiata fantasiologica a Villa Santa Croce (CE), marzo 2022
alcunespasseggiate fantasiologiche del passato
10 luglio 2007
dalle 16.00 alle 24.00 Ferentino (Frosinone) Spasseggiata fantasiologica “8Arte”, Porciano e Lago di Canterno
21 dicembre 2008 S. S. Giovanni e Paolo (Caserta)
dalle 17,00 alle 18,30 – Via Palmieri “A Passi di Fantasia: passeggiate creative tra vicoli, presepi e fiabe” con Lino Barbiero
12 maggio 2010 dalle 14,15 alle 17,15 Buonalbergo (Benevento) La fantasia a spasso: lezione di fantasiologia tra i vicoli del centro storico
10 giugno 2010 dalle 15,00 alle 18,00 Castelpagano (Benevento)
Spasseggiata fantasiologica
31 marzo 2012 dalle 14,30 alle 17,30 San Gregorio Matese (Caserta) Spasseggiatafantasiologica
9 maggio 2012 dalle 13,15 alle 16,15 Torrecuso (Benevento) Spasseggiata fantasiologica (fonosimbolica)
15 febbraio 2014 dalle 9,45 alle 13,00 Benevento Spasseggiata fantasiologica in città
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Spasseggiata fantasiologica a Benevento, 2014
Spasseggiata fantasiologica San Gregorio Matese (CE), 2012
Spasseggiata fantasiologica a S.S. Giovanni e Paolo (CE), 2008