Tre o quattrocento volte nella mia vita. Adesso esagero, lo so, però era per dire che una cosa mi è successa tante volte, e forse anche tante volte è una esagerazione ma però è meno chiara di tre o quattrocento volte, che poi tra tre e quattrocento passano cento e allora non è chiaro neanche così ma è più chiaro di quando uno dice tante volte, perché tre o quattrocento è più di tante volte, anche se tante volte non è chiaro quanto possa essere tre o quattrocento è più di tante volte. Non lo so ma è una questione di immaginazione che tu ti immagini tante volte come una nebbia, capisci che non vedi tante cose ma non sai quante cose che non vedi. Invece con tre o quattrocento, e proprio perché c’è quello spazio di cento in mezzo, allora che è come un pianura dove che ci sono tante cose che tu sai che ci sono tre o quattrocento cose che non vedi, oltre a cento che stanno in mezzo tra tre e quattrocento, e allora se ne vedi una sola ne mancano almeno altre 399 se sono quattrocento di cose oppure 299 se sono trecento. Allora tre o quattrocento è più grande di tante volte. Se fossi a scuola adesso, che è sabato mattina, scriverei alla lavagna 300-400 > tante volte. Che poi potremmo anche contestualizzare e dire meglio che tante volte è > 300-400 se, considerato il caso che 300-400 è un numero definito e tante volte è una visione imprecisa che può superare di gran lunga 300-400. Allora, se fossi a scuola adesso, sempre di sabato mattina, scriverei alla lavagna questa equazione: 300-400: x = tante volte: y. Probabilmente la cosa migliore da fare, perché quello è qualcosa che non si può scrivere alla lavagna a scuola, allora, io probabilmente direi che 300-400, con quel 100 in mezzo di scarto, è tanto indefinibile quanto tante volte. Allora, se fossi a scuola, di sabato mattina, scriverei alla lavagna 300-400+100 = tante volte.
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