Piazza Navona
gioco fantasiologico di Massimo Gerardo Carrese
estratto dall'intervista a cura di Chiara Ricci (link)
5 aprile 2024
Ci
permettiamo di giocare seriamente con lei: dalla Rubrica online
“Piazza Navona” come si scatenerebbero la sua fantasia e la
sua passione per gli anagrammi?
A un primo sguardo si scatena una fantasia alfanumerica e perciò
direi che “Piazza” e “Navona” condividono lo
stesso numero di lettere (6, 6) e anche lo stesso numero di vocali (3,
3) e consonanti (3, 3). Che a cancellare le lettere uguali che le
compongono ne restano due in “Piazza” (PI) e due in
“Navona” (VO) e che in entrambi i casi le lettere isolate
sono l’una accanto all’altra e “PI” è in
prima e seconda posizione della parola “Piazza” mentre
“VO” è in terza e quarta della parola
“Navona” e c’è consequenzialità:
1-2-3-4. Allora, se leggiamo in sequenza le lettere P-I-V-O formiamo
“PIVO” e impariamo, se non lo sappiamo già, che
è il significato obsoleto della parola italiana che sta per
“ragazzo; giovane dai modi effeminati” e che
“PIVO” in sloveno, ceco, serbo, croato, slovacco significa
“birra”. Allora, “Piazza Navona” può
insegnarci a) equilibri numerici b) una parola italiana obsoleta c) una
parola straniera in più lingue d) a creare l’incipit di
una storia di un giovane dai modi effeminati che beve birra in Piazza
Navona e che pensa ai palindromi di parole come “azza” (che
è quanto scartato inizialmente dalla parola
“piazza”) e canticchia un motivetto che fa
“na-na” (le lettere cancellate prima in
“Navona”).
Per l’anagramma. Mi immagino di passeggiare in “Piazza
Navona” e di pensare che tra le isole italiane da me visitate la
scorsa estate ne manca una: “avanzai Ponza”.
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