Adottare parole

Per il 2019 ho adottato la parola "creatività"

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dal 2 marzo 2018 al 2 marzo 2019 sarò custode della parola "spasseggiare".

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Vedi anche Adozioni e Invenzioni




Da oggi sono custode della parola "inimmaginabilità", che rischia di scomparire dai Dizionari italiani. Fino al 22 gennaio 2017 ne avrò la responsabilità. Ecco la mia motivazione fornita alla Società Dante Alighieri (sul sito di beatrice.ladante.it) in fase di adozione della parola."Perché ho scelto questa parola? Per il suo duplice senso: l'impossibilità di immaginare qualcosa; la straordinarietà di un evento che si realizza. Parola che descrive la presenza del potenziale, del possibile, in ognuno di noi."


22 gennaio 2016


Custodire le parole
Nell’ambito dell’iniziativa “Adotta una parola” promossa dalla Società Dante Alighieri, da oggi sono simbolicamente custode delle parole fantasiosità e onomaturgo. Due vocaboli, tra gli altri, che rischiano di scomparire dal lessico italiano. Ho deciso di adottarli per un anno intero perché sono due voci per me essenziali.
Fantasiosità mi piace molto perché indica l’essere fantasioso, la ricchezza di fantasia, l’immaginazione fervida, l’estrosità di una persona o di un’opera. È un vocabolo che uso di frequente con gli amici e nei miei corsi di fantasiologia a scuola e all’università ma, per ciò che riguarda la mia esperienza e l’ambiente in cui vivo, è da tempo che non mi capita di sentirlo pronunciare e, a riprova della sua presenza nell'elenco delle parole italiane da adottare, raramente lo trovo in qualche saggio, poesia, articolo, romanzo o programma scolastico. 
Onomaturgo si riferisce, invece, a chi conia nuove parole, neologismi. Nonostante la sua vitale importanza è una parola di basso uso (e non solo nella pratica quotidiana). Per quanto mi riguarda, al contrario, la sento vicina perché è parte indispensabile dei miei studi e ricerche e rispecchia la mia attività ludica e poetica. 
Custodisco fantasiosità e onomaturgo prima per la bellezza che esse portano con sé e, poi, perché sono parte del mio lavoro. 
Per un anno, stimolato dalla mia adozione, le "indosserò" con più vigore a scuola, all'università, nelle spasseggiate fantasiologiche, nelle librerie, nei miei scritti e concerti, negli incontri pubblici e letture ludiche....Vedremo che cosa accadrà. 
L’anno scorso adottai i sinonimi alfabetiere e alfabetario, due parole che credo primarie alla formazione della nostra fantasia, immaginazione e creatività. Mi hanno fatto scoprire autori e cose che non conoscevo e credo di averle condivise ampiamente con gli alunni di scuole di ogni ordine e grado, con qualche amico e con le persone che incontravo in occasione di eventi culturali e musicali. E continuerò a farlo.

Massimo Gerardo Carrese
San Giovanni e Paolo, 26 luglio 2014


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