Adottare parole
Per il 2019 ho adottato la parola "creatività"
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Vedi anche Adozioni e Invenzioni

Da
oggi sono custode della parola "inimmaginabilità", che rischia
di scomparire dai Dizionari italiani. Fino
al 22 gennaio 2017 ne avrò la responsabilità. Ecco la mia
motivazione
fornita alla Società Dante Alighieri (sul sito di
beatrice.ladante.it)
in fase di adozione della parola."Perché ho scelto questa
parola? Per il suo duplice senso: l'impossibilità di immaginare
qualcosa; la straordinarietà di un evento che si realizza. Parola che descrive la presenza del potenziale, del possibile, in ognuno di noi."
22 gennaio 2016
Custodire
le parole
Nell’ambito dell’iniziativa “Adotta una
parola” promossa dalla Società Dante
Alighieri, da oggi
sono simbolicamente custode delle parole fantasiosità
e onomaturgo. Due vocaboli, tra gli
altri, che rischiano di scomparire dal lessico
italiano. Ho deciso di adottarli per un anno
intero perché sono due voci per me
essenziali.
Fantasiosità
mi piace
molto perché indica l’essere fantasioso, la
ricchezza di
fantasia, l’immaginazione fervida,
l’estrosità di
una persona o di un’opera. È
un vocabolo che uso di frequente con gli amici e nei miei corsi di
fantasiologia a scuola e all’università ma, per
ciò
che riguarda la mia
esperienza e l’ambiente in cui vivo, è
da tempo che
non mi capita di
sentirlo pronunciare e, a riprova della sua presenza
nell'elenco delle parole italiane da adottare, raramente lo trovo in
qualche
saggio, poesia,
articolo, romanzo o programma scolastico.
Onomaturgo si
riferisce, invece, a chi conia nuove parole, neologismi. Nonostante la
sua vitale importanza è una parola di basso uso (e non solo
nella
pratica quotidiana). Per quanto mi riguarda, al contrario, la
sento vicina perché è parte
indispensabile dei miei
studi
e ricerche e rispecchia
la mia attività ludica e poetica.
Custodisco fantasiosità e onomaturgo
prima per la bellezza che esse portano con sé e, poi,
perché sono parte del mio lavoro.
Per
un anno, stimolato dalla mia adozione, le
"indosserò" con
più vigore a scuola, all'università, nelle spasseggiate
fantasiologiche, nelle librerie, nei miei scritti e concerti,
negli incontri pubblici e letture ludiche....Vedremo
che cosa
accadrà.
L’anno
scorso adottai i sinonimi
alfabetiere e alfabetario,
due parole che credo primarie alla formazione della nostra
fantasia, immaginazione e creatività.
Mi hanno fatto scoprire autori e cose che non conoscevo
e credo di
averle condivise ampiamente con gli alunni di scuole
di ogni
ordine e grado, con qualche amico e con le persone che incontravo
in occasione di eventi culturali e musicali. E continuerò a
farlo.
Massimo Gerardo
Carrese
San Giovanni e
Paolo, 26 luglio 2014
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