Le avventure del "che"
ricorsività fantastica

di Massimo Gerardo Carrese
pubblicato in M. G. Carrese, Amica Lingua - corso di fantasia, Ngurzu Edizioni, Caiazzo 2012
(ipertesto didattico digitale) 


pubblicato anche sul sito della Società Dante Alighieri Polonia, "Imparare la lingua giocando", giugno 2012


Ricorsività. Proprietà di un codice che possiede regole ricorsive, cioè applicabili un numero di volte teoricamente infinito al loro stesso risultato. [...] Molte regole linguistiche sono ricorsive: ad esempio applicando una prima volta la regola "aggiungi un aggettivo al nome" ottieniamo il cane veloce, cui
possiamo continuare ad aggiungere aggettivi (il cane veloce, fedele, coraggioso...);
analogamente sono
ricorsive la regola della frase relativa (Il libro che mi hai regalato,
che ho letto ieri, che tengo sul
comodino...) e la coordinazione (C'erano un cane e un gatto e un topo...).
La ricorsività è uno dei fattori
da cui dipende la creatività delle lingue e in particolare la possibilità
di creare strutture sintattiche
cmplesse; ma in pratica la ricorsività ha un limite
di applicazione, perché i tempi della comunicazione e i
limiti fisici dei parlanti non permettono l'uso di sequenze infinite [...]
(Federica Casadei, Breve
Dizionario di Linguistica, Carocci editore, Roma ed.2008)


Quando il bambino racconta un evento (e non solo il bambino), la struttura della sua frase è spesso ricorsiva, cioè presenta un accumulo di elementi grammaticali che si ripetono, in particolar modo il pronome relativo "che" ("Mia madre che mi viene a portare a scuola che poi va a casa che poi mi viene a prendere...").
Marina Nespor, professore ordinario di Linguistica Generale all'Università di Milano-Bicocca, in Le strutture del linguaggio. Fonologia (Bologna, Il Mulino, 1993 cit. pag.15), cita la canzone "Alla fiera dell'Est" di Angelo Branduardi come esempio di ricorsività: "...e venne il toro che bevve l'acqua che spense il fuoco che bruciò il bastone che picchiò il cane che morse il gatto che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò".

Nella nostra lezione (1), abbiamo messo in evidenza questa proprietà produttiva della lingua, a cui spesso nel linguaggio parlato non si fa caso, e l'abbiamo volontariamente e ludicamente spinta all'eccesso.
I bambini hanno scelto gli animali come protagonisti della loro ricorsività fantastica. Ecco tre esempi significativi, stimolati dall'osservazione di figure di animali e oggetti vari:

(gli esempi sono stati realizzati dai bambini del corso di fantasia presso la scuola di San Gregorio Matese, Caserta 2012)

1.
C’era una volta una mucca che andava su una cavalla che era sorella di un cane che guidava una bicicletta del maiale che aveva comprato un aeroplano di una capra che andava su un quad ed era la mamma di un uccellino che volava col razzo che era amico di un’anatra che guidava un treno e diventarono amici con un gatto che lavorava sullo spazzaneve.

2.
C’era una volta una mucca che guidava una bicicletta che era amica di un cane che aveva una macchina che era di un maiale che stava sul tappeto volante di una capra che costruiva una motocicletta a forma di uccellino che volava con un aereo di un’anatra che scendeva da un camion che stava con un gatto che sognava di avere un treno.

3.
C’era una volta una mucca che guidava una ruspa che andava dal suo amico cane che arriva un bellissimo aereo che prestava spesso le cose al suo cugino maiale che aveva un negozio di trattori che la capra trasportava con l’elicottero che incontrava tanti uccellini che sfrecciavano come motocross che spaventano le anatre che giocavano con i Canadair che con i gatti scappavano su grandi camion.

nota:
1. Corso di Fantasia "Amica lingua" tenuto presso l'I.C. "G. Cittadino" di San Gregorio Matese (Caserta), 2012

 

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